LE GEMELLE COI CAPELLI DI FIAMMA





PARTE OTTAVA: L'incubo dei Lemm.

Mimulus si sentiva lo stomaco scombussolato, avvertendo una morsa che lo chiudeva e non gli permetteva quasi di mangiare. Non sapeva se si sentiva felice oppure triste ed a mala pena stava attento quando qualcuno gli parlava.
“Hai capito che cosa ti ho detto?”
Inula lo scuoteva per un braccio mentre stava con lui seduto al bancone della taverna. Fuori pioveva ancora ed il clima si era fatto quasi autunnale, nonostante si fosse nel periodo estivo. Ogni tanto c'erano già state delle schiarite ed i Lemm erano usciti dalle pozzanghere. L'elfo era stato impressionato dalla loro altezza vertiginosa e dal loro aspetto di fantasmi melmosi dotati di taglienti denti ed artigli di selce. Essendo i mostri fatti di fango, le armi li trapassavano senza fare loro del male, ma se questi travolgevano qualcuno, lo soffocavano oppure lo dilaniavano con le loro armi naturali. Nonostante tutto ciò, Mimulus non riusciva a pensare ad altro che a Fragaria ed aspettava sempre che arrivasse la notte per trascorrere un po' di ore in pace soltanto con lei.
“Mimulus... torna tra noi” continuava a chiamarlo Inula sventolandogli la mano davanti agli occhi.
“Eh? Oh.. scusa.. stavo pensando” si scusò lui, ritornando lucido di mente.
“Vorrei sapere a chi?”
“A nessuno, solo... pensavo”.
Inula alzò un sopracciglio e lo guardò scetticamente: lo conosceva fin troppo bene per credere alle sue bugie.
“Non è che per caso stai tutto il tempo a fissare Fragaria perchè ti sei innamorato di lei?”
Eccola lì, la coltellata dentro alla piaga, inflitta grazie a delle deduzioni più che esatte che l'elfa aveva fatto osservandolo in solo mezz'ora di tempo.
“Ma che dici... no, no...” cercò di negare lui e dette un'occhiata fuori della finestra desiderando ardentemente che smettesse di piovere, in maniera tale che i Lemm tornassero all'attacco e tutti si focalizzassero su di loro, compresa Inula, che ora cercava di nuovo le sue attenzioni.
“Non mentirmi, lo sai che me ne accorgo, ti conosco da quando sono nata. E poi... non ti ho mai visto così. Sei distratto, disattento e più taciturno del solito”.
Mimulus non rispose ed attese che lei continuasse.
“Lei lo sa?” domandò l'alfa.
Lui annuì con la testa.
“E ti ricambia?”
L'elfo sospirò, divenne rosso in faccio e fece un sorriso compiaciuto.
Inula a quel punto lo abbracciò forte esprimendo così la sua gioia “Sono così contenta per te! Mi sentivo in colpa per aver sposato Cucumis senza dirti niente, ma ora che hai trovato anche tu qualcuno con cui condividere il sentiero della vita, mi sembra di poter raggiungere le stelle con un balzo e raccoglierle per farne un ghirlanda da donare a voi due”.
“Non esagerare ora” rispose lui ridendo e sciogliendo l'abbraccio “Siamo appena all'inizio, non so ancora se è l'elfa della mia vita. E poi, lo sai, finita la minaccia dei Lemm dovrò tornare a casa. Ho promesso di tornare subito”.
“E lasci qui Fragaria?”
“Non lo so...”
Mimulus si sentiva decisamente confuso e Inula lo guardava perplessa.
In quel momento smise davvero di piovere e le pozzanghere iniziarono a tremare e ribollire, finchè i Lemm non spuntarono da esse e, grondando di fango, ulularono i loro lugubri lamenti.
Subito le squadre organizzate si dettero da fare: quella capitanata da Inula prese delle torce e le accese; quella capitanata da Cucumis aveva in mano dell'olio combustibile da spargere per terra perchè si diffondesse sul pelo dell'acqua. Il fuoco appiccato non era tanto importante per i Lemm ma molto utile a creare calore, in maniera tale che l'acqua evaporasse più velocemente.
Fragaria era nel gruppo del grande e grosso umano che Mimulus aveva incontrato giorni addietro e che nel frattempo aveva scoperto che si chiamava Tim ed era uno dei migliori guerrieri del luogo. L'elfa con la sua arpa creava magiche melodie che formavano temporanee barriere atte ad impedire ai Lemm di avventarsi contro chi stava armeggiando con il fuoco e l'olio combustibile. Tim ed i suoi uomini facevano del loro meglio per distrarre i mostri e lasciare i compagni liberi di agire. Alla fine delle operazioni le strade erano un mare infuocato che ardeva e rilasciava verso l'alto un denso vapore acqueo, mentre i Lemm si indebolivano e rimpicciolivano.
“Ritirata in Locanda” ordinò Tim con voce tonante e tutti quanti obbedirono, anche Mimulus, che aveva aiutato con le sue arti magiche a tenere a bada i mostri.
Si pensava che tutti fossero in salvo ed invece non era così: Fragaria era stata afferrata alla caviglia da un braccio di Lemm spuntato da una pozzanghera alle sue spalle ed ora la stava trascinando a sé, facendola gridare dalla paura. Tutti si preoccuparono, ma ormai le fiamme erano ovunque, creando così un grosso problema nel raggiungere l'elfa. Mimulus però non poteva resistere alle urla disperate dell'amata, così decise di gettarsi tra le fiamme, spazzandole via grazie all'aiuto della sua magia, fino a raggiungere Fragaria, che era già per metà immersa in quella pozzanghera stregata ed il resto del corpo era bruciato dalle fiamme su cui era caduta. Era davvero malconcia, rischiava seriamente la vita e tutto questo Mimulus non lo poteva sopportare. In preda al furore evocò tutta l'energia che gli era rimasta in corpo e la sprigionò. Attorno a lui si creò un turbine, che divenne una enorme tromba d'aria e che spazzò via tutto quello che c'era nel luogo: acqua, fiamme, alberi e tetti, persino le nuvole che si addensavano in cielo sparirono.
Lo stregone aveva evocato una magia molto potente e non riuscì più a dominarla, tanto che dovette fare uno sforzo enorme per placarla prima che distruggesse tutto, compreso sé stesso. Anche così, il paese era stato devastato, ma almeno Fragaria era salva. C'era solo il bisogno che qualcuno la estraesse dalla terra in cui era imprigionata fino alla vita. Avrebbe voluto farlo lui di persona, ma gli mancarono le forze e stramazzò a terra completamente incosciente.


PARTE 7 PARTE 9


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