LE GEMELLE COI CAPELLI DI FIAMMA





PARTE TERZA: Dolori e Interrogativi

Mimulus si sentiva il cuore dilaniato e dentro di sè provava rabbia e gelosia. Era uscito a lunghi passi dalla casa di Inula, intenzionato a non fermarsi, ad andare via, a tornarsene a casa, a lasciarsi alle spalle i sentimenti, il viaggio, la guerra tra le razze mortali. Ma le sue intenzioni non riuscì ad attuarle, perchè sulla strada si andò accidentalmente a scontrare con Cucumis, la causa della sua disperazione interiore.
“Attento...” disse Cucumis, squadrandolo interrogativamente “Sei uno nuovo del villaggio?”
Nel frattempo giunse Inula “Mimulus, aspetta...”
“Lo conosci?” domandò il primo elfo.
“Sì, è un mio amico d'infanzia”.
“Ah... un fratello allora. Benvenuto”.
Ma Mimulus non diceva nulla e neanche guardava più l'elfo dai capelli castano scuro ed occhi nocciola. Aveva voglia di stenderlo a terra con una qualche potente magia, ma avrebbe avuto senso usare le arti magiche e le proprie energie per un caso come quello? Forse no, non ne valeva la pena. Con un mezzo grugnito se ne andò, diretto alla locanda. Alle sue spalle i due elfi parlavano tra di loro, perplessi per il suo comportamento.
Lui se ne andò nella sua stanza, gettò i vestiti e le scarpe in un angolo e si infilò nel letto. Era tanto stanco per il viaggio durato un mese, in cui aveva riposato solo a metà, sempre ansioso e guardingo per paura di venire attaccato da qualcuno. Adesso era in una locanda, in un paese apparentemente tranquillo, perciò avrebbe dovuto finalmente riposare come si deve. Ma non ce la faceva. Come avrebbe fatto del resto? Inula aveva sempre albergato nel suo cuore, tuttavia lei non aveva mai contraccambiato pienamente questo sentimento.
Già da bambini, lui la seguiva in ogni avventura che lei si immaginava di fare, correndo, arrampicandosi, dondolandosi in mezzo alla foresta incantata. Lui non era comunque mai stato agile come lei e si ricordava che spesso faticava a reggere il suo passo.
Crescendo, lui aveva sviluppato una naturale propensione alla magia e così, quando lei si arrampicava su un albero, poteva raggiungerla levitando fino all'altezza del suo ramo. Poco alla volta avevano instaurato un buon equilibrio tra loro, ma c'era qualcosa in Inula che la rendeva infelice. Si sentiva reclusa in quella foresta, voleva andare a vedere il mondo per vivere delle avventure che fossero vere e non immaginate. Lui aveva cercato di dissuaderla, ma era stato tutto inutile. Con lo sgomento dell'intera comunità, Inula fece lo zaino e partì, al di là di tutte le raccomandazioni che le venivano fatte. Fuori il mondo era crudele, c'erano le guerre, c'erano nemici di ogni genere, c'erano le malattie e la morte aleggiava molto spesso. Lei se ne andò lo stesso.
Mimulus avrebbe voluto afferrarla a sé, per non farla andare via, perchè ne era innamorato e voleva passare con lei tutta al sua esistenza, ma sapeva che Inula era molto lontana da quei pensieri, perchè era solo affascinata dall'ignoto che c'era al di là delle barriere magiche della foresta.
Per 57 anni lui aveva spettato, finchè le notizie delle sentinelle non si fecero sempre più peggiori. Era in corso una guerra che coinvolgeva diversi Regni e le morti erano state già molteplici.
Mimulus si preoccupò subito per la sua amata, così come il resto della comunità. Del resto, come potevano non esserlo? Lui si offrì subito per andarla a cercare e riportare a casa, così partì in poco tempo, guidato da pietre magiche che gli sarebbero servite per individuarla.
Ora l'aveva trovata, ma lei nel frattempo si era sposata e quindi aveva condiviso anima e cuore con un altro elfo. Che smacco! Che ferita! Che dolore insopportabile! Con che faccia sarebbe tornato a casa per dire che lei non aveva voluto seguirlo e che si era creata una famiglia con un elfo di ignota provenienza? Ma soprattutto, come sarebbe lui sopravvissuto sapendo tutto questo?
Si coprì completamente con il lenzuolo. Il giorno successivo probabilmente l'avrebbero trovato morto di crepacuore e l'avrebbero restituito alla Madre Terra.


PARTE 2 PARTE 4


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